Non solo problemi per la quota minima di anni in cui si può smettere di lavorare, ora sorge un problema anche per il versamento sui conti
Quello delle pensioni è un tema che ogni anno tiene banco. I cambiamenti che si sono susseguiti nell’ultimo periodo sono tanti, con l’innalzamento dell’età minima in cui si può smettere di lavorare e la diminuzione drastica delle pensioni anticipate stanno creando diverse polemiche in Italia. La legge di bilancio 2024 riconosce il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento, nel 2024, di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni, ma le cose possono cambiare repentinamente anche in futuro.
La Legge di Bilancio è stata approvata in extremis e al 2025 i lavoratori interamente contributivi (coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1995) potranno accedere alla pensione anticipata a partire dai 64 anni di età, sfruttando la possibilità di cumulare una quota della rendita proveniente dalla previdenza complementare. Ci sono stati però delle conferme su quelli che potevano essere i ritocchi sull’assegno sociale e sulle pensioni minime. Solo per l’anno 2025, l’importo mensile dell’assegno sociale è aumentato di 8 euro e sale di 104 euro la soglia di reddito massimo per averne diritto. Per le pensioni minime si riconferma nei prossimi due anni lo stesso aumento previsto dall’articolo 1, comma 310, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 pari a 2,2 punti percentuali per l’anno 2025 e 1,3 punti percentuali per l’anno 2026 (incremento che si applica al netto del primo, comprensivo della perequazione automatica al valore ISTAT).
Ma a tenere banco in questi giorni c’è un altra variabile che merita assolutamente di essere approfondita, ossia il pagamento della pensione di febbraio. Essendo che il 1° del mese (giorno in cui vengono erogate le pensioni) cade di sabato, si andrà a creare qualche disagio per i cittadini, anche se non tutti dovranno attendere alcuni giorni prima di ricevere i propri soldi. La grande differenza sarà in base a dove si possiede il conto. La prossima rata di pensione sarà pagata sabato 1 febbraio se si ha il conto alle Poste e lunedì 3 se si ha l’accredito in banca. A ricordarlo è l’Inps spiegando che i pagamenti dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché delle rendite vitalizie dell’Inail sono effettuati, ordinariamente, il primo giorno bancabile di ciascun mese, o il giorno successivo se si tratta di giornata festiva o non bancabile.
Anche a marzo il pagamento avverrà il primo del mese per chi ritira la pensione alle Poste e il 3 per chi ha l’accredito in banca: insomma si risconterà la stessa problematica di febbraio. Da aprile non ci saranno differenze di pagamento tra i pensionati e l’assegno arriverà il primo. A maggio la pensione sarà accreditata il 2 (il primo è festa), a giugno il 3 (il primo è domenica, il 2 è festa) e da luglio a ottobre sempre il primo del mese. A novembre saranno pagati tutti il 3 (il primo è festa, il 2 è domenica) e a dicembre il primo del mese.
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