E se la Gioconda trovasse “dimora” in Italia? No, forse questa volta poteva non essere utopia: il quadro più famoso del mondo “sta soffrendo”.
Quanti di voi sognano di vedere la Gioconda in Italia? Sotto, sotto è il desiderio di tutti…e se “per puro caso” finisse proprio in Lombardia? Non ci credereste (lo sappiamo). La speranza, come si dice, però è l’ultima a morire (e a noi piace sognare) ed è proprio quest’ultima che ha mosso la voglia dell’assessore regionale alla cultura Francesca Caruso.
Nello specifico, ha candidato la Lombardia come la regione pronta ad accogliere sua maestà: La Monna Lisa. È bastato veramente poco per riaccendere il barlume di speranza, ma questa storia non può essere raccontata al contrario e, dunque, andiamo con ordine e capiamo cosa è accaduto e perché il caso della Gioconda sta accendendo gli animi.
“Ridateci la Gioconda” è lo sfottò usato e strasentito se si cita il quadro più celebre del genio universale Leonardo Da Vinci. Una postilla non indifferente, però, andrebbe aggiunta: fu il pittore a portarlo con sé in terra francese, quando si trasferì nel 1516, poi venne acquistato dal re di Francia Francesco I. Dunque, spiace deludere i romantici: il quadro più famoso del mondo non è stato portato lì per un oscuro gioco di potere.
Eppure, quando si parla della donna più guardata al mondo, gli italiani non tardano a far cenno a furti e ad “imbrogli”, ma la realtà è un’altra: la Francia è la sua culla e il Louvre, ormai la sua dimora fissa (o forse no). E allora cosa c’entra ancora una volta il Bel Paese? Verrebbe da chiedersi, una volta chiarito il mistero del quadro più famoso al mondo.
Chi la dura la vince (o forse no): queste le parole più esatte, il motivo? Direttamente da Parigi giungono notizie di una possibile sofferenza della Gioconda e allora l’Italia che fa? Si appresta a lenire le sue “ferite” e si dice pronta: La prendiamo noi! E allora lo spiraglio, il lume (spento da secoli), il sogno impossibile comincia ancora una volta a tenere banco.
“Tutta colpa” di una lettera pubblicata su “Le Parisien” nella quale Laurence des Cars, presidente del Louvre, mette nero su bianco le criticità del museo più famoso del mondo, ma non solo lancia l’allarme che riguarda la sala che ospita il quadro più visto al mondo. Lette quelle parole, l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso si è fatta avanti e risponde: “Non entro in merito alle precise osservazioni del presidente sullo stato del museo, ma accolgo l’appello relativo alla ricerca di una collocazione diversa. Direi che in attesa delle decisioni del Governo francese in merito a spostamenti o ristrutturazioni, noi in Lombardia siamo ben lieti di ospitare questa opera che rappresenta al meglio l’arte e la cultura italiana ed è patrimonio dell’intera umanità.”
Insomma, il Bel Paese non ha perso occasione e si è rimesso in gioco: alle parole “merita una collocazione diversa” si è detta pronta ad accogliere il celebre quadro. Intanto, però, la lettera fa il giro del Pianeta e si scatena un putiferio ed Emmanuel Macron non ha atteso neanche una settimana e si è recato di persona al museo del Louvre. E come accade nelle più belle favole non poteva non esserci lieto fine: la Francia ha già pensato ad una soluzione. Secondo alcune fonti, si parlerebbe di una collocazione diversa, dunque, l’Italia rimarrà a bocca asciutta anche questa volta: La Monna Lisa rimarrà in Francia (almeno per il momento).
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